Tipi di cicatrici
Le tipologie e come trattarle

Surgery Clinic di Angela Bentivogli

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Tutti i nostri articoli vengono scritti dal personale medico specializzato della Surgery clinic, che da anni opera nel settore della medicina e della chirurgia estetica.

Angela Bentivogli consulente esperta e anima del progetto Surgery clinic, mette quotidianamente la sua ventennale esperienza nel campo della medicina estetica e della bellezza, al servizio dei pazienti, con l'obiettivo di riuscire prima di tutto, ad informare in modo corretto, chiunque voglia avere delle informazioni più dettagliate e professionali, sul mondo della medicina e della chirurgia estetica.

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L’argomento che stiamo per trattare riguarda, bene o male, tutti noi. Chi di noi, infatti, non ha una cicatrice? Una caduta dalla bicicletta da bambini, un taglietto o una scottatura in cucina, il segno di un’operazione chirurgica, ecc. Ognuno di noi ha sicuramente almeno una cicatrice.
A dire la verità non possiamo parlare di un unico tipo di cicatrici, poiché ne esistono diversi. Ma prima di addentrarci in questo argomento vediamo cos’è tecnicamente una cicatrice.

cicatrice

Che cos’è una cicatrice?


Le cicatrici sono l’esito fisiologico del processo di guarigione della pelle in seguito ad un danno o ad una lesione. Quando si verificano queste situazioni, l’organismo reagisce innescando un processo tramite il quale il tessuto danneggiato viene sostituito con tessuto fibroso.

Come si formano le cicatrici?


La formazione di una cicatrice prevede delle fasi ben precise:
• l’emostasi primaria, ovvero la reazione immediata dell’organismo in seguito ad una lesione della pelle durante la quale intervengono le piastrine che hanno il compito chiudere la ferita;
• l’emostasi secondaria, che si avvia nel momento in cui si attivano i fattori della coagulazione, con lo scopo di costituire il coagulo, che consiste in una rete di fibrina che si intreccia tra le piastrine al fine di stabilizzare la ferita fino alla sua guarigione;
• l’infiammazione: nell’area danneggiata interviene il sistema immunitario, che ha lo scopo di eliminare gli eventuali patogeni presenti;
• la proliferazione e la maturazione sono le fasi finali del processo di cicatrizzazione, durante le quali il coagulo iniziale viene progressivamente sostituito da tessuto cicatriziale più stabile, costituito da cellule connettivali, epiteliali ed endoteliali. La durata di queste ultime fasi è variabile in base all’entità del danno riportato dalla pelle e da individuo a individuo – si vai dai pochi giorni, alle poche settimane fino a diversi mesi.

cicatrici

Tipologie di cicatrici


In base all’entità della lesione e al modo in cui i tessuti si cicatrizzano, possiamo distinguere essenzialmente tre diverse tipologie di cicatrici: cheloidi, cicatrici ipertrofiche e cicatrici atrofiche.

Conosci più nel dettaglio le cicatrici atrofiche

• I cheloidi si distinguono principalmente per il fatto che si possono estendere oltre i limiti della ferita; sono di colore lievemente rosaceo, hanno una forma ovoidale e una consistenza liscia e dura. La loro formazione è dovuta ad una produzione anomala ed eccessiva di fibroblasti, ovvero delle cellule del tessuto connettivo che intervengono durante i processi di guarigione delle ferite.

• Le cicatrici ipertrofiche sono anch’esse la conseguenza di una produzione eccessiva di tessuto cicatriziale, ma a differenza dei cheloidi hanno dimensioni inferiori e una persistenza minore.

• Le cicatrici atrofiche, al contrario delle precedenti, sono l’esito di un processo di guarigione insufficiente che espone la ferita a possibili riaperture.


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Come si trattano le cicatrici


Purtroppo non è possibile eliminare del tutto le cicatrici, ma se ne può sicuramente minimizzare l’aspetto.
Intanto, subito dopo la guarigione definitiva della ferita, quando la cicatrice si presenta di un colore più scuro rispetto al resto della cute, la si può schiarire mediante, ad esempio, unpeeling chimico.

Fra tutte, comunque, i cheloidi sono sicuramente i più difficili da trattare. In questi casi, infatti, si può intervenire con infiltrazioni di corticosteroidi direttamente sulla cicatrice per ridurne le dimensioni o con intervento chirurgico finalizzato all’eliminazione del tessuto in eccesso – rimane comunque il rischio di recidive di dimensioni addirittura maggiori rispetto alla cicatrice di partenza.

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